Educazione e speranza: la voce di un’operatrice de La Casa sull’Albero

Ogni giorno, in questo momento di grande difficoltà, sentiamo parlare di tutte quelle categorie di lavoratori che continuano a svolgere il proprio lavoro, con impegno, professionalità e responsabilità.
Un pensiero in particolare va dedicato ai medici, agli infermieri e a tutto il personale che opera presso gli ospedali in quanto, oltre a continuare il proprio servizio in modo professionale e responsabile, lo fanno rischiando ogni giorno di contrarre il coronavirus più di ogni altra categoria di lavoratori.
Anche gli educatori che operano nelle strutture residenziali appartengono alla categoria di chi non può fermarsi.
Io stessa da diversi anni opero in una Comunità educativa per minori presente sul nostro territorio – La Casa sull’Albero (Sorso)- e, insieme a me, altri colleghi dedicano il proprio impegno ai minori accolti.
Ancora oggi il nostro lavoro non è ben compreso dalla popolazione, tanto da sentirsi chiedere, in tempi di coronavirus, “Ma tu, perché stai lavorando?” “Non avete chiuso?”.
Le Comunità educative per minori non possono chiudere!
Sono vere e proprie case in cui vengono accolti i minori inviati dai Servizi Sociali del territorio e affidati dal Tribunale per i minorenni. Gli ospiti delle Comunità sono bambini e ragazzi che hanno un’età compresa tra i 0 e 18 anni, fino ad un massimo, in casi particolari, di 21 anni.

All’interno delle strutture si svolge la quotidianità che la maggior parte di noi conosce. In tempi “normali” si frequenta la scuola, si pranza tutti insieme, si svolgono i compiti pomeridiani, si pratica sport, si esce con i propri amici, insomma si conduce una vita abbastanza comune per quanto riguarda le routine quotidiane.
A seconda dei casi e su indicazione del Tribunale, i ragazzi incontrano e frequentano anche i loro familiari, genitori, parenti ma trascorrono la maggior parte del loro tempo con noi educatori che diveniamo o almeno proviamo a diventare le loro figure di riferimento.
Cosa significa essere educatore?
Se partiamo dall’etimologia del termine, Educare deriva dal latino educere = “condurre fuori”, “liberare”, “far venire alla luce qualcosa che è nascosto”.
Educare significa quindi permettere la realizzazione piena del potenziale e delle vocazioni presenti nei bambini e nei ragazzi, ma anche realizzare se stessi realizzando gli altri, l’educatore deve infatti, prima di tutto, attraversare un processo di auto- educazione e costantemente curare la propria crescita personale per essere efficace nella relazione educativa.
Instaurare una relazione educativa all’interno della Comunità è un processo lungo e difficile, ci troviamo dinanzi a ragazzi che provengono da contesti problematici e che spesso hanno perso la fiducia negli adulti, ragazzi che si trovano davanti degli sconosciuti da ascoltare, ai quali affidarsi, confidarsi, appoggiarsi.
Affinché la relazione educativa possa instaurarsi, diviene importante che vi sia da parte di entrambi un riconoscimento reciproco, solo allora si afferma il valore e la dignità e i ragazzi possono credere nuovamente nelle relazioni. L’educatore infatti, se vuole insegnare qualcosa deve mettersi nella condizione di imparare. I grandi autori pedagogisti come Maria Montessori hanno imparato dai loro stessi allievi come fosse possibile aiutarli a crescere.
Questo significa che il dialogo educativo non può essere un monologo, l’educatore deve porsi in ascolto e predisporsi ad apprendere dai ragazzi.
Oggi più che mai, in questo difficile momento storico, noi educatori abbiamo il compito di trasmettere la speranza nel futuro e possiamo farlo prima di tutto apprendendo dai ragazzi, imparando dalla loro resilienza e adattabilità ad andare avanti e a trovare, attraverso un adattamento creativo, la via per proseguire il nostro cammino.
E dopo aver appreso possiamo far desiderare loro il mondo, quel mondo che noi conosciamo meglio e più di loro, quel mondo tangibile fatto di luoghi, viaggi, relazioni positive, soddisfazioni, gratificazioni e successi piccoli e grandi, tutte cose che loro ancora non conoscono o che si accingono a sperimentare e che noi, ora più che mai, desideriamo nuovamente risperimentare dopo questo periodo di forzato isolamento.
Dobbiamo trasmettere loro la motivazione, la curiosità, il desiderio di scoprire e sperimentare.
E allora, ancora, l’adattamento creativo diviene reciproco, diviene un rapporto bidirezionale e quindi vivo, la possibilità di imparare da tutti, di farsi colpire e stupire dall’altro, come sostenuto da Danilo Dolci … e chissà se quella dell’adattamento reciproco non possa essere una lezione che tutti impareremo e terremo a mente dopo che questo virus che colpisce tutti senza distinzioni sarà stato debellato.

Silvia Piredda
Educatrice, Psicologa

Progetto Aurora ricorda Paola Rizzu

Da anni l’immagine che accompagna Progetto Aurora, insieme al suo logo, è una foto che ritrae una coppia. Non la solita foto, col solito sguardo. In quest’immagine c’è un chiaro messaggio: la lotta alla violenza di genere si accompagna alla decostruzione degli stereotipi, riconoscendo a donne e uomini anzitutto il loro diritto a essere umani, persone, entrambi con emozioni, libertà, desideri che non si conciliano col possesso, con ruoli impari, con negazioni di emozioni o di forza interiore.
E’ opera di Paola Rizzu. Questo è lo sguardo di una fotografa che coglieva significati profondi e ce li sapeva restituire nel suo modo originale. Questo è lo sguardo potente di una donna.
Progetto Aurora lo porta con sé.

Grazie Paola 

Il nostro Grazie alle nostre Risorse Umane

Porta Aperta gestisce due comunità:
?La casa sull’Albero, a Sorso, una comunità educativa residenziale per minori
? Casa Aurora, la struttura che accoglie donne vittime di violenza con i loro figli minori

Nelle due comunità lavorano le nostre educatrici ed educatori.
Non sono medici, non sono infermieri né oss, eppure come loro svolgono un lavoro che li vede in prima linea e che non gli permette di stare a casa.
Anche il loro mestiere comprende i turni, le notti, la presenza nei giorni festivi, la reperibilità che non gli consente di spostarsi di molto dalla struttura. Ed ora, il loro mestiere non gli consente di stare a casa come noi.
Di fronte a questa pandemia, anche i nostri colleghi hanno le loro paure che sono amplificate perché temono per sé, per i famigliari, ma anche per le persone che vivono nelle comunità e che sono già in situazioni di fragilità.
Non è solo una paura “fisica” ma è anche relativa al benessere psicologico di chi hanno in carico. Questo comporta un maggiore stress per tutte e tutti.

Per questo Porta Aperta vuole ringraziare le Coordinatrici, le educatrici e gli educatori delle nostre comunità, le nostre risorse umane. Perché ci sono, nonostante tutto e nonostante questo allarme costante che tengono a bada, pensando prima di tutto a far star sereni donne, bambini, ragazzi adolescenti. Persone di cui si prendono cura.

Noi siamo un’unità. Non vi lasciamo soli.

Abbiamo ringraziato i nostri educatori e coordinatori impegnati nelle due Comunità, ma ora vogliamo ricordare tutte le nostre altre risorse umane che continuano a garantire il loro lavoro, nel rispetto delle ordinanze istituzionali.
Grazie a Gavino e Luciana, soci fondatori di questa cooperativa e nostri punti di riferimento, sempre avanti e sempre forti, che sono il cuore de La Casa sull’Albero, insieme agli educatori, alla coordinatrice e alla carissima Michelina.
Grazie a tutti coloro che lavorano al Servizio Sociale e al CED di Sorso ed al Segretariato Sociale di Sennori: sono le nostre assistenti sociali Giovanna, Caterina, Giuseppina, l’addetta all’accoglienza Giusy, il nostro amministrativo Riccardo e la psicologa Stefania che non sospendono la loro attività e che vi aiutano a trovare soluzioni alla richieste d’aiuto.
Grazie ai nostri capo-cantiere Gian Piero e Franco che lavorano a Tissi, per continuare a portare avanti il vostro lavoro rendendo un servizio costante ad un paese-modello che crede nella bellezza e nell’inclusione sociale.
Grazie ai nostri psicologi del centro Epochè che continuano il loro prezioso compito perché la salute passa anche e soprattutto dal benessere psicologico.
Grazie ad Agostino, socio fondatore di Porta Aperta e anima di questa cooperativa, che continua a garantire il suo lavoro di psicologo-psicoterapeuta allo sportello di Padria, da Epochè e allo Sportello di consulenza per uomini autori di violenza e stalker di Progetto Aurora.
Grazie alle nostre psicologhe del CAV, Giovanna e Rossella, che insieme all’équipe delle educatrici di Casa Aurora continuano a mantenere sempre attivo Progetto Aurora, un servizio essenziale che crediamo sia un fiore all’occhiello per il Plus di Sassari ma soprattutto per noi che lo abbiamo nel cuore da 11 anni ormai.
Grazie alle nostre oss e generiche Sara ed Emanuela che continuano la loro opera di assistenza.
Grazie a chi lavora da casa – che anche questo è importante e non è facile- mandando avanti la progettazione, le pratiche amministrative, la comunicazione back-office. Ma anche a chi, suo malgrado, ha dovuto sospendere il proprio lavoro come le educatrici del CED e del SET.
Infine, grazie al nostro prezioso trio che da un anno compone il Consiglio di Amministrazione: Roberta, Giovanna ed Anna che si fanno sentire sempre vicine dandoci idee e portando avanti Porta Aperta col loro lavoro ed entusiasmo.

Siete e tutte e tutti preziosi. Siamo noi Porta Aperta 

Arriva la newsletter per le nostre risorse umane

Nel percorso di cambiamento che stiamo affrontando da un anno, vogliamo che tutte le persone che lavorano in Porta Aperta siano sempre più coinvolte nella vita della cooperativa.
Siamo in tante e tanti, mandiamo avanti il nostro lavoro in un settore – quello sociale – che è molto delicato e lo svolgiamo in tempi non facili. Lo facciamo da professioniste e professionisti competenti ed esperti. Persone di fiducia.
Per questo, da oggi, tutte e tutti voi riceverete periodicamente una newsletter che vi racconterà ogni passo fatto finora e quali sono le prossime mete, da condividere insieme.

Siamo le nostre risorse.

Contattaci. Noi ci siamo

Le direttive emanate ieri dal Governo limitano fortemente la libertà di tutti noi di uscire, stare insieme, lavorare normalmente e normalmente divertirci.
Eppure sono necessarie e dobbiamo rispettarle, riscoprendo risorse che forse avevamo dato per scontato. Dobbiamo dare nuovo valore al tempo dello stare raccolti.
Eppure, sappiamo che molt* di noi vivono situazioni difficili e pericolose proprio nello stare in casa, come le vittime di violenza domestica e le vittime di violenza assistita.
Altr* vivono fortemente l’ansia del contagio o il senso di solitudine che può derivare dallo stare in casa. Pensiamo alle persone anziane ma anche a chi soffre di depressione, attacchi di panico, ansia.
Per tutti voi noi di Porta Aperta cerchiamo di essere il più possibile presenti, tenendo attivi i servizi più importanti.

? Se subisci violenza fisica o psicologica, chiama Progetto Aurora:
Numero Verde 800 042 248
CAV: tel. 079 21 03 11 (dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 12:00 e il martedì dalle 15:00 alle 18:00)
e-mail: progetto.aurora@portapertaonlus.it

? Se ti senti in difficoltà, provi una forte ansia, hai attacchi di panico o comunque desideri confrontarti con uno psicologo, contatta il Centro clinico Epoché:
Tel. 345 05 81 256 (dal lunedì al venerdì – dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e dalle ore 15:00 alle ore 17:00)
e-mail: ccepoche@gmail.com
www.centroclinicoepoche.org

? Per avere informazioni sui nostri servizi, contatta Porta Aperta
Tel. 342 016 90 98
e-mail: info@portapertaonlus.it e amministrazione@portapertaonlus.it

Siamo forti, insieme.

Coronavirus: modifiche nell’accesso ai servizi

Alcuni dei nostri servizi stanno subendo delle modifiche per consentire di tutelare utenti e lavoratori dal coronavirus.

? Il Centro Educativo Diurno che gestiamo per il Comune di Sorso resterà chiuso ai piccoli utenti fino al 15 marzo, salvo eventuale proroga in seguito all’emanazione di nuove direttive. Resta garantito il Servizio di Consulenza Psicologica, sebbene nel rispetto delle misure precauzionali.

? La comunità educativa “La Casa sull’Albero” di Sorso ha sospeso tutti gli incontri con i genitori ed i parenti e le uscite dei ragazzi più grandi. E’ stato momentaneamente sospeso anche il servizio civile svolto dai nostri volontari. 

? Progetto Aurora proseguirà i suoi servizi, dal momento che l’accesso al CAV e allo Sportello di Consulenza per autori di violenza e stalker non implica una grande affluenza di pubblico, poiché avviene prevalentemente tramite appuntamento. Per questo si chiede a chi accede di far riferimento a semplici norme comportamentali: adottare una distanza fisica di almeno 1 metro dall’operatore ed eventuali altri utenti, igienizzare le mani e, in caso si avessero sintomi influenzali, chiedere il rinvio dell’appuntamento.

Chiusura momentanea della sede

Nel rispetto delle disposizioni precauzionali fornite dalle istituzioni per arginare il contagio da coronavirus e soprattutto nel rispetto di quel senso civico che ora dovrebbe farci sentire tutt* uniti e rispettos* delle persone più fragili, la nostra sede sarà chiusa fino alla riapertura delle scuole e fino a nuove disposizioni.
Forniremo man mano informazioni sull’accesso ai servizi che svolgiamo ma vogliamo ricordarvi che restiamo operativ* a questi contatti:
? 342/0169098
? amministrazione@portapertaonlus.it e info@portapertaonlus.it
?portaperta@pec.it

E’ il momento di mettere il NOI prima dell’IO. Ci abbiamo sempre creduto, ora più che mai.

Il nostro nuovo LOGO

Un logo è come un abito che ti rappresenta, che parla di te.
Porta Aperta ha intrapreso un nuovo percorso da qualche mese, all’interno di un processo che è in continuo divenire.

Abbiamo una nuova sede: non più a Valledoria ma a Sassari, esattamente nel cuore della città che è capoluogo di Provincia a fulcro di attività e servizi sia per i Comuni dell’hinterland che per la Sardegna intera.

Abbiamo nuovi contatti: un nuovo numero telefonico ( 342 016 9098 ), due indirizzi mail per la Cooperativa (info@portapertaonlus.it e, quello più formale amministrazione@portapertaonlus.it), così come abbiamo nuovi account mail per le nostre risorse umane.

Ci siamo dat* una sede anche virtuale: questo sito internet e una pagina Facebook dedicata alle nostre attività e ai temi che sentiamo nostri.

Non restava che darci una nuova immagine per rappresentate il cambiamento, così ci siamo dat* un nuovo abito, lo abbiamo scelto coi colori di quello indossato finora perché siamo fier* di ciò che siamo stat* e di chi ci ha dato vita.

Al centro del nostro messaggio resta una casa con la porta aperta, protetta da delle mani. Mani in cerchio perché ogni percorso di vita è in continuo rinnovamento. Mani concentriche perché la nostra missione resta la tutela della persona in ogni sua sfumatura. Mani colorate perché la nostra visione è sempre positiva, attenta ad ogni aspetto e mai univoca.
Tanti significati che restano ancora pochi, voi darete i vostri.

Ringraziamo Adele Morittu – Interior and Graphic designer per aver saputo cogliere la nostra identità e il senso di ogni sua espressione 

Ed eccolo qua: il nuovo LOGO di Porta Aperta

Viva Vittoria per Progetto Aurora

Il Comune di Sassari partecipa a Viva Vittoria, inserendo l’evento fra le iniziative di sensibilizzazione contro la violenza di genere riunite nel programma “Non solo un giorno” ?

I proventi dell’evento saranno devoluti al servizio antiviolenza “Progetto Aurora”  che la nostra cooperativa svolge per il Plus di Sassari.

Realizza anche tu una coperta 50×50 cm in lana o ad uncinetto ??? firmala e consegnala al centro di raccolta dell’Associazione Viva Vittoria (sotto i Portici Crispo di Piazza d’Italia, fianco Caffè Salotto) entro il 20 febbraio.

Le volontarie e i volontari dell’associazione cuciranno una pezza con l’altra, legandole insieme con un filo rosso in un gesto simbolico che rappresenta un incoraggiamento alle donne per denunciare e intraprendere il proprio percorso di fuoriuscita dalla violenza.

L’8 marzo potremmo ammirare questo grande simbolo di forza e rinascita che sarà posto in Piazza Castello e scegliere di acquistare una pezza per aiutare il servizio antiviolenza del nostro territorio.

Il progetto Viva Vittoria, con il suo potere di contaminazione positiva, vuole diffondere un messaggio di consapevolezza e ricordare alle donne che sono artefici della propria vita  ?✌️

?Curios* di conoscere il progetto Viva Vittoria? Allora date uno sguardo qua https://www.vivavittoria.it/cose-viva-vittoria/

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