La principessa scalza

Questa favola inedita della nostra pedagogista Emanuela Bussu è dedicata ad ogni bambina e bambino e ad ogni donna e uomo che vogliano togliersi sassolini dalle scarpe ed imparare a camminare nella vita sentendosi comodi e liberi nel farlo a modo loro.

La principessa scalza
C’era una volta una principessa che, come avete già saputo dal titolo, era scalza. Ma come mai, vi chiederete voi? Le principesse, si sa, di scarpe ne avranno a milioni e non si trattava certo di un problema di abbinamento con i vestiti o di disponibilità. La principessa aveva proprio un problema con le scarpe che, di qualunque numero fossero, le andavano strette. E allora scalza andava in giro per il palazzo che era tanto grande da sembrarle un mondo e in quel mondo lei, che scalza si sentiva così libera, stava bene e non aveva nessuna intenzione di indossare delle scarpe strette pur di poter uscire. Aveva sentito di sfuggita la parola Libertà ma, non conoscendo bene il significato, per lei la massima libertà che si potesse vivere era l’essere scalza, cosa che la faceva sentire così bene da non sentire il bisogno di altro. Un giorno si sveglio prima del solito, al sorgere del sole, e si affacciò ad una delle finestre del castello, quella che dava ad est, e restò colpita dalla luce che vide, che pure al mattino era sempre stata lì, solo che lei non la aveva mai incontrata. Non fu solo la luce che vide a stupirla, ma anche le ombre che dalle cose, dalle piante, da tutto l’esistente venivano proiettate, disegnando forme che sembravano animate e, di ora in ora, cambiavano, si muovevano. Giorno dopo giorno si trovò davanti alla finestra ad osservare quella vita che davanti ai suoi occhi si muoveva, mutava e sembrava invitarla ad andare a vedere da vicino. La curiosità la faceva trepidare, ma come poteva lei, principessa scalza, percorrere tutta quella strada che la separava dalla luce e dalle ombre che si muovevano? La questione era anche diventata centrale nelle sue chiacchierate via WhatsApp con il suo amico Andrea, ma anche lui aveva un problema con le scarpe. Non era quindi il consigliere ideale per spingerla a uscire. La curiosità però, si sa, muove il mondo e una volta destata non si sopisce facilmente, per fortuna, aggiungerei io, perché a stare fermi talvolta si perde qualcosa.
Fu così che la principessa scalza si convinse ad andare fuori e dopo varie prove trovò le scarpe che sentiva meno scomode e uscì. Camminava lenta e di tanto in tanto si fermava, toglieva le scarpe e dava aria ai piedi, poi riprendeva e procedeva verso l’orizzonte, la luce e le ombre che voleva scoprire. Finché un sassolino entrò nella scarpa e le faceva tanto male, ma ogni volta che provava a fermarsi sembrava sparire, per poi ricomparire quando riprendeva a camminare. Che stranezza questo sassolino nella scarpa! Ma lei era così stanca che non aveva più voglia di sedersi, togliere le scarpe, cercare il sassolino, rimetterle, rialzarsi e riprendere a camminare. Finché scoprì di essere capace di stare in equilibrio su un piede solo e di riuscire a togliere velocemente il sassolino dalla scarpa, rimetterla e poi continuare ad andare in giro senza problemi. Che fantastica scoperta, l’equilibrio! In breve tempo la principessa arrivò dove la luce e le ombre giocavano e lei poté perdersi a giocare e scoprire, fino a sera, quando riuscì a percorrere agilmente la strada del rientro perché la gioia data dalla libertà le fece dimenticare il dolore ai piedi. Da allora tante volte uscì per andare a scoprire luci e ombre e le scarpe non furono più il suo limite. C’era una volta una principessa e c’è ancora oggi, ma scalza non possiamo più chiamarla perché è diventata libera di scegliere se esserlo oppure no, a seconda delle sue esigenze. Potremmo chiamarla la principessa libera, ma lei si sente libera anche dalle definizioni.

Emanuela M. Bussu

#soriedimela

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