Storia del puntino Punt-INO

Eccovi un’altra storia inedita della nostra pedagogista Emanuela Bussu.

Questa favola non va solo letta ma anche illustrata, quindi armatevi di colori perché Puntino ci tiene ad essere riconosciuto 😉

Punt-INO

C’era una volta Puntino, un puntino piccolo, piccolo, appunto… Oh, insomma… ci risiamo con i giri di parole! Quindi: C’era una volta Puntino ed eccolo qui, ancora.

[DISEGNO DI UN PICCOLO PUNTO INDICATO CON UNA FRECCIA]

Come dite? Non lo vedete? Ecco appunto il problema: nessuno, proprio come voi ora, lo vedeva. Saltava, ruotava su di sé, parlava e parlava, tratteneva il respiro per gonfiarsi un po’, ne combinava di tutti i colori, ma niente. Anche i suoi capelli erano stati di tutti i colori: rosa, oro, moro, nero d’inferno, rosso moderno, ma quest’inferno dell’invisibilità non gli consentiva la libertà.

[DISEGNO DI PUNTINO CON I CAPELLI ROSA, ORO, MORO… ETC.]

– Come dite, ancora? Ora lo vedete e pensate che abbia funzionato? No, no, questi disegni sono sicuramente ingranditi – Insomma, Puntino se la cavava da sé, si bastava, e diceva: “Ormai sono diventato grande!”, aggiungendo che quel -INO in fondo al suo nome non era poi più un problema e, anche se l’invisibilità l’aveva combattuta a forza di urla e stravaganze ma non era servito, ora si sentiva appagato e sicuro perché aveva trovato una soluzione: ingrandirsi! Mangia oggi, mangia domani – che grande soddisfazione era poi quel mangia-mangia! – il suo progetto si era realizzato, tanto che era divenuto grande, anche un po’ ingombrante, ma, a ben ascoltare, quel fastidio dentro c’era sempre, non se ne era mica andato
mandando giù ogni boccone, più o meno buono, più o meno salato. Puntino, quindi, -INO lo era ancora, non si era salvato.

[DISEGNO DEL PUNTINO CON LE GUANCE TONDE E BRACCIA E GAMBE SOTTILI]

– Sì, mi sa che avete ragione voi, ora si vede, il disegno non è ingrandito, si era proprio ingigantito lui – Puntino non era più -INO fuori: era cresciuto esternamente per non crescere dentro. E adesso chi glielo dice che per ben stare davvero, tutto si deve abbinare, che dentro e fuori si devono sintonizzare? Nessuno può farlo e così Puntino se lo dice da sé, percorrendo la strada che trova, i passi che approva, trovando la sua forma e scoprendo via via l’amore per sé. Ha così la prova che è divino quello che c’è.

C’era una volta Puntino e c’è ancora oggi diverso, ma sempre Punt-INO, perché il nome non si sceglie, ma chi si è si costruisce.

[DISEGNO DI PUNTINO CON GLI OCCHI SORRIDENTI]

#storiedimela

Emanuela Michela Bussu, pedagogista.

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