25 Novembre: Conferenza stampa del Comune di Sassari. Dati e servizi di Progetto Aurora

La conferenza stampa indetta stamattina dal Comune di Sassari, organizzata dal Presidente del Consiglio comunale Maurilio Murru in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione di ogni forma di violenza contro le donne, ha visto la partecipazione dell’Assessore ai Servizi Sociali Antonello Sassu, dell’Assessora alle Pari Opportunità Rosanna Arru e della nostra Vicepresidente, Giovanna Piana, assistente sociale e coordinatrice della Casa Rifugio di “Progetto Aurora”, il servizio anti-violenza del Plus di Sassari istituito nel 2000 a cui lavorano psicologhe, psicologi, assistenti sociali ed educatrici della nostra Cooperativa, ditta esecutrice dal 2008.

Progetto Aurora mira ad arginare la violenza sulle donne, svolgendo un servizio quotidiano su ogni aspetto che la riguarda: fornisce consulenza, supporto e protezione alle vittime tramite il Centro anti-violenza (CAV) e la Casa Rifugio, sviluppa percorsi di responsabilizzazione con gli autori al fine di contrastarne la recidiva, coinvolge la comunità in azioni di sensibilizzazione, mirate soprattutto ai giovani, perché si recidano le radici culturali della violenza, portando alla luce gli stereotipi di genere e le categorizzazioni cognitive che influiscono su una rappresentazione svilente della donna e correggendo una rappresentazione mediale (e non solo) che si dà delle vittime e degli autori, costringendo le prime a subire di nuovo una violenza più subdola e simbolica.

Ma quali sono i dati di Progetto Aurora?

Nei suoi 19 anni di attività, il CAV ha ricevuto 1.900 richieste di aiuto, 110 solo nell’ultimo anno. La Casa Rifugio ha ospitato 188 nuclei madri-figli, 189 sono stati i minori accolti; nel 2019 i nuclei sono stati 12 e 13 i minori. Ben 90 uomini, invece, hanno fatto richiesta allo Sportello di consulenza per uomini autori di violenza e stalker istituito nel 2014; 9 nell’ultimo anno.

Chi si rivolge ai Servizi?

Sono donne di ogni età e ceto sociale a denunciare la violenza che assume vari aspetti: da quella psicologica, più difficile da provare e denunciare, a quella fisica, sessuale (subita anche all’interno di rapporti di coppia stabili) ed economica che vede vittime anche donne lavoratrici, alcune con carriere professionali di alto livello, che dovrebbero godere di una autonomia maggiore rispetto alle casalinghe ma che spesso non denunciano perché l’appartenenza ad una classe sociale più “elevata” comporta in molti casi un senso di umiliazione più accentuato. Nel 85% dei casi gli autori appartengono alla cerchia familiare della vittima che tarda nella denuncia, terrorizzata dall’idea di una reazione ancora più violenta.

È  difficile mettere in discussione una vita in cui si è abituate a non aver voce, a non sentirsi protagoniste di decisioni ed azioni, così come, d’altro canto, è difficile per gli autori mettere in discussione se stessi, assumersi la responsabilità della violenza agita ed intraprendere un percorso di cambiamento.

Se le donne arrivano a Progetto Aurora a volte autonomamente, rivolgendosi direttamente al CAV o al numero verde 1522, altre volte grazie a segnalazioni di parenti e amici, Servizi Sociali, avvocati o altre istituzioni, gli uomini accedono allo Sportello di Consulenza soprattutto sulla spinta delle loro compagne, degli avvocati o dei Tribunali, ma si sta registrando l’incremento di una richiesta d’accesso autonoma anche in questo servizio.

Accompagnare alla fuoriuscita dalla violenza, significa anche aiutare le donne ad intraprendere percorsi di autonomia personale ed economica, in modo da riscoprirsi parte attiva del tessuto sociale e comunitario. Per questo vengono avviati anche progetti di formazione e inserimento lavorativo, così come i progetti personalizzati previsti dal Reddito di Libertà.

Progetto Aurora interviene anche sui minori vittime di violenza assistita accompagnandoli in un percorso di fuoriuscita parallelo a quello delle madri, con cui vivono protetti all’interno della Casa rifugio. “Piccolo Orso scopre l’Aurora” è emblematica dell’ascolto e dell’attenzione data ai bambini all’interno del Servizio: come è emerso dal Convegno Internazionale organizzato dal Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (CISMAI), questa fiaba rappresenta infatti il primo strumento psico-educativo nel panorama internazionale per l’ascolto del bambino/a vittima di violenza assistita. Ispirata ai disegni di un piccolo ospite, è stata scritta da una delle educatrici della Casa, Paola Giordo, insieme ad Emanuela Nava ed illustrata da Svjetlan Junakovic (ed. Carthusia, 2015).

L’attenzione alle nuove generazioni la ritroviamo anche nelle azioni di sensibilizzazione che Progetto Aurora svolge soprattutto nelle scuole di ogni ordine e grado, dove alunne e alunni, studenti e studentesse, accompagnati dai loro insegnanti che si mettono anch’essi in gioco, sono invitati a svolgere percorsi in cui acquisiscono consapevolezza degli stereotipi di genere e vengono incentivati alla decostruzione di queste categorizzazioni, verso una cultura delle pari opportunità che dovrebbe sottendere un reale cambiamento culturale.

bty

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